12 gennaio 2010

Confusione? Ci pensa Calderoli!

E' da un po' che non si sentiva il parere di Roberto Calderoli. Il ministro per la semplificazione, nella sua intervista a La Stampa del 10 gennaio, non delude le nostre aspettative:
Nel Sud d’Italia la disoccupazione è al 18 per cento, il lavoro deve andare agli italiani che vogliono e possono farlo, non agli immigrati clandestini.
Benissimo Calderoli, tutti d'accordo che la piaga della disoccupazione al Sud è profonda. Il governo cosa sta facendo in merito? Qualche piano per lo sviluppo, che so, incentivi fiscali per gli imprenditori disposti a investire e a creare lavoro, nuovi centri di ricerca, un piano industriale... Al momento, non pervenuto.
La verità è che si ricorre ai clandestini perché quel lavoro, se fosse regolare, costerebbe troppo. E invece il lavoro o è regolare, o non è.
Sempre più d'accordo con lei, ministro: "il lavoro o è regolare, o non è". Le vittime, oltre agli italiani senza lavoro, sono gli sfruttati nei campi, senza alcuna sicurezza, trattati in condizioni di schiavitù, costretti a vivere in condizioni disumane. Anche qui, a chi attribuire la responsabilità del lavoro irregolare: ai clandestini, agli approfittatori che speculano, oppure al governo che ha lasciato che questa situazione fosse sotto l'esclusivo controllo della 'ndrangheta?
Se si accettano continue regolarizzazioni l’Italia diventerà tutta come Rosarno.
Come si affronta il fenomeno dell'immigrazione? Come tutti gli altri, cioè con la legalità, con delle leggi che regolino il fenomeno. Cosa fa il governo, invece? Propone leggi che costringono gli immigrati in procinto di andarsene a passare sei mesi nelle carceri italiane a spese del contribuente, non attua un programma di immigrazione a quote, fa prevalere l'una tantum sulla pianificazione, e anziché l'integrazione promuove la repulsione.
Ma quanto pensiamo di poter campare a questo modo?


5 commenti:

AndreaT ha detto...

La verità è che bisognerebbe prendere tutti gli ispettori del lavoro di quella regione ed incriminarli per omissione di atti d'ufficio: la violazione sistematica di qualsiasi norma sul lavoro è palese e nota, ma impunita.
Poi bisognerebbe prendere i funzionari dell'agenzia delle entrate e gli agenti della finanza, ed incriminarli a loro volta per omissione di atti d'ufficio: l'evasione sistematica delle norme fiscali è evidente, nota e conosciuta, ma impunita.
Poi prendere i sindaci che non segnalano le situazioni di degrado, i magistrati che non indagano, e metterli sotto processo per omissione di atti d'ufficio. Forse così si ritorna ad un minimo di legalità.
Com'è che dopo la rivolta di pochi giorni fa salta fuori tutta questa illegalità, e ieri niente? Dov'erano una settimana fa gli ispettori del lavoro, i finanzieri, i funzionari dell'agenzia delle entrate, i magistrati, i sindaci, il presidente Loiero? Dov'era tutta questa gente, che oggi denuncia il degrado ma ieri si voltava tranquillamente dall'altra parte?
Quelle sono le persone da mettere sotto accusa, altro che il ministro!
Sì certo, il ministro ha le sue colpe, ma se in Italia si fanno le norme e nessuno le applica, la colpa è anche della magistratura. Ricordiamoci che in Italia l'azione penale è obbligatoria, è scritto nella Costituzione. Il magistrato che, sapendo dell'esistenza di un reato, non la persegue, commette un atto contrario alla Costituzione. Non dimentichiamolo.

Enrico Labriola ha detto...

Sì, bisognerebbe prendere i resposabili locali (dagli ispettori, ai dirigenti dell'agenzia delle entrate, ai politici in carica localmente, che hanno chiuso gli occhi, fino ai pm e alla DIA che non hanno agito di fronte a tanta schifosa illegalità) e chiedere conto di questa situazione. Ma è il governo che è in ultima analisi responsabile di quelle tragedie umane e dello strapotere della malavita in quelle zone. Il fatto che in Italia sia accettato che gente viva in quelle condizioni mi fa vomitare.

Enrico Labriola ha detto...

Giulia un unico appunto: definire gli immigrati clandestini "in procinto di andarsene" è il motivo per cui la lega fa il pieno di voti al Nord e non solo, significa non vedere un problema grosso, comunque lo si intenda. Per il resto, d'accordissimo con l'analisi.

Giulia Innocenzi ha detto...

@Enrico: il riferimento è al senegalese che stava partendo, beccato all'aeroporto, è stato sbattuto in prigione a spese nostre.

Anonimo ha detto...

Premesso che sembra una battutta dire "Confusione? Ci pensa Calderoli" (complimenti, Giulia!), la questione Rosarno non è solo Calabria. Chieda il Ministro Calderoli ai suoi concittadini "padani" se preferiscono far eseguire certi lavori in nero che, magari, fatturarli. E non si venga a dire che essendoci la crisi di "necessità si fa virtù", proprio perchè si tollera questa logica, si incentiva la soluzione più favorevole, si inquina di fatto il costo dell'offerta lavoro, quasi come un effetto domino, alla fine si creano situazioni che al sud hanno l'unico "merito" di esplodere in fatti eclatanti.
Dov'erano magistrati, polizia, carabinieri, istituzioni? Lo si chieda al Ministro Maroni e agli rappresentanti del governo che, in ogni dove, hanno pontificato con dati e numeri, sui mirabolanti risultati di questo governo contro la mafia e la criminalità. Perchè ora nessuno ricorda loro se, in quelle cifre, c'era anche il caso Rosarno?
Chiedetevi che valore hanno quelle cifre e come sono raccolte. Poi capirete come, secondo loro, si fa ed è fatta la lotta alla criminalità.
Sull'omissione delle istituzioni locali, è facile parlarne senza essere stati sul luogo e scoprire magari che, chi dovrebbe "tutelare" o proteggere chi opera su quel territorio, quando serve non c'è...Le colpe sono di tutti ma non puntiamo il dito sui "rami" invece che alla "radici" della questione.