18 febbraio 2011

Con Marco o con il partituccio?


La Camera riaprirà a marzo la discussione sul testamento biologico.
Perché proprio ora, dopo che era stata accantonata? Semplice: le questioni del fine vita possono dividere Udc e Fli, e il Pdl vuole giocarsi questa carta. Una mera questione di calcoli politici, quindi, di tornaconto di un partito su un altro.
Peccato però che stiamo parlando di vite umane, e c'è chi si è già organizzato per scrivere nero su bianco le proprie volontà.
Marco Gentili, 21 anni, studente di Scienze politiche a Roma Tre, era candidato a essere il mio vice-segretario nella corsa alle primarie del Pd. E' affetto da sclerosi laterale amiotrofica ereditaria, proprio come suo fratello. Ha deciso di nominarmi sua seconda fiduciaria, e per me è un onore immenso.
Bene, c'è però un problema: Marco non vuole che gli vengano attaccati tubi che gli imporrebbero l'idratazione e la nutrizione forzata qualora si trovasse in stato d'incoscienza. La legge che discuteranno alla Camera, invece, prevede che Marco non può decidere sui tubi impiantati qualora si trovasse in stato d'incoscienza.
Da fiduciaria, secondo voi, cosa dovrei fare?
Io lo so: battermi con tutta me stessa (e con tutti voi) perché questa legge illiberale non passi. E impedire che anche qualora passasse a Marco non vengano inseriti i tubi contro la sua volontà.
I nostri onorevoli parlamentari, che si apprestano a votare questa legge, da che parte stanno? Da quella dei mezzucci di partito o dalla parte del rispetto della volontà di Marco?
Il nostro Parlamento è già caduto fin troppo in basso. Spero in un sussulto di dignità, qualora gliene sia rimasta qualche briciola.





8 commenti:

Pierpaolo Andraghetti ha detto...

Si fa sempre più fatica ad avere fiducia nelle isituzioni. Onorevoli al soldo, proliferati grazie ad una legge elettorale che li pone al servizio del segretario di partito invece che del popolo. In questi casi bisogna fare quello che il cuore ci dice e comunque in bocca al lupo a Marco.

Unknown ha detto...

Sono certamente decisioni difficili, ma io penso questo: Marco ha riposto in te la sua fiducia perchè è convinto che tu sia in grado di rispettare la sua volontà. E dal momento che tu hai accettato questa condizione devi essere in grado di portarla a compimento anche se questo può avere conseguenze spiacevoli per te. Qui la politica non centra, è una questione di mantenere un impegno preso con una persona, e questo secondo me viene prima di tutto. Ti fa onore comunque aver accettato questo difficile compito.
Tommy

Unknown ha detto...

La politica non può negare ad un ammalato terminale una morte dignitosa ! Marco ha scelto te perchè sa che rispetterai le sue volontà e io sono sicuro che non lo deluderai.
Comunque un grosso in bocca al lupo a Marco.

gianmarco ha detto...

L'unica battaglia che per ora non possiamo vincere è quella contro la morte e non quella contro le istituzioni, sono convinto che alleviare il dolore, concedere una morte dolce e non accanirsi con la persona, per tener inutilmente in vita il corpo, sia una cosa umana. Far vivere lo strazio dei dolori che accompagnano gli ultimi attimi di vita è disumano e diabolico. Hanno sempre in bocca la religione ma sono solamente avvoltoi contro chi non può difendersi. Buona fortuna a Marco e Tu Giuia non farti intimidire da questa gentaglia che purtroppo ci governa. Spero che ci sia altra gente come me pronta a sostenerti se ne avrai bisogno.
Gianmarco

jfranciscosantoro ha detto...

You should follow what Marco asked you to do, even finding it very hard.Its a tough decision,but i know you will be able to take it.Follow your heart.

Francesco ha detto...

Ciao,

Anche io sono contro l'accanimento terapeutico: idratazione e alimentazione forzata; l'ho detto a mia madre, amici, l'ho scritto, ma temo che senza un avvocato e simili non serva a nulla, e forse potrebbe non servire a nulla anche in questo caso...
Davvero un compito difficile, ma da vera amica; penso che il tuo amico si sia affidato alla persona giusta!

Ciao!

frulla ha detto...

Nessun soggetto in grado di intendere e di volere può essere costretto a medicalizzazione, perciò come un qualsiasi malato terminale (anche non) può scegliere terapie palliative a sfavore di terapie "salvavita" allora perchè un soggetto che a causa della sua patologia non è più (e sottolineo "più" che non è "mai") in grado di intendere e volere non può decidere in precedenza con un documento scritto di essere contro l'accanimento terapeutico? Queste sono le contraddizioni dell'Italia.
Giulia sei dalla parte giusta e in tanti siamo dalla tua.

Giangi ha detto...

Spero che chi ne parlerà sia capace di farlo scevro di pregiudizi o ipocrisia. Ma temo che le vicende impellenti e prioritarie sulla riforma della giustizia caratterizzeranno e condizioneranno l'agenda politica dei prossimi mesi